Intervista su Homify
Giovanni Angelozzi è l’anima, la mente, ma soprattutto la mano di Radice In Movimento.
In fondo, oggetti del genere possono nascere solo attraverso storie particolari fatte di coincidenze create dal fato.
Ed è così che in un luogo paradisiaco come le Maldive, a Giovanni Angelozzi viene in mente un’idea geniale che ha cambiato la sua vita e che ha dato a noi oggi l’opportunità di parlare e osservare i suoi straordinari lavori. Una passeggiata come tante, su quelle spiagge dalla sabbia che sembra borotalco, si è rivelata decisiva per incominciare a pensare di lavorare i pezzi di legno trascinati sulla spiaggia dopo burrasche, tempeste e mareggiate. Giovanni, subacqueo di professione, ha così cambiato il suo modo di entrare in contatto con la natura iniziando a modellare questi legni di trumpet tree, di ibiscus e di altre specie diffuse su queste isole. Le radici diventano sculture della natura, vere manifestazioni della grandiosità che ci circonda. Curate e affinate ad arte, questi pezzi lignei dalla storia sconosciuta si trasformano in opere di interior design uniche.
Radice In Movimento diventa quindi un’attività che racchiude in sé tutto lo spirito di un artigianato che sa pensare e creare oggetti dal sapore eccezionale ed atipico; un’estetica impossibile da replicare per macchine, computer e automi. Nell’artigianato sarà sempre la maestria a fare la differenza, o almeno è quello che noi di Homify speriamo.
Abbiamo avuto modo di avere una breve intervista con Giovanni Angelozzi per capire ancora di più sul suo lavoro e sulle sensazioni ed emozioni che solo l’artigianato può dare.
Sig. Giovanni Angelozzi, com’è nata l’idea di lavorare il legno ed in particolar modo le radici?
L’idea è nata alle Maldive, dove ho lavorato per tre anni. L’esigenza era quella di impegnare il tempo libero e nelle mie frequenti passeggiate, sull’isola dove vivevo, trovavo continuamente radici di piante portate sulla spiaggia dalle mareggiate. Mi sono così messo alla prova ed ho recuperato la prima radice da lavorare
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Qual è la caratteristica più importante per il Suo mestiere?
Mi contraddistingue sicuramente la passione e la voglia di creare qualcosa con le mie mani. Quello che per altri è soltanto un pezzo di legno per me è un complemento d’arredo. Mi aiuta in questo la visione e l’immaginazione del lavoro già finito
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Sono molto soddisfatto quando creo qualcosa di unico e sicuramente irripetibile. La mia filosofia è quella di ridar vita a ciò che per molti è morto: pezzi unici, con le loro naturali imperfezioni che in realtà io cerco di non migliorare affatto. Il legno è vivo
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Qual è la fase di lavorazione delle Sue opere che preferisce?
L’intervista su Homify continua.
Sicuramente la parte che preferisco è quella della ricerca della radice giusta che colpisca la mia creatività, e poi la fase iniziale quando elimino alghe, terra, o tutto quello che si deve staccare per arrivare all’anima dell’opera
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Quanto influisce il proprio percorso personale nella creazione di un manufatto?
Non saprei in realtà, visto che questa vena artistica è stata scoperta di recente. Quello che più incide sulla creazione del manufatto è lo stato d’animo del momento
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Consiglia ad un giovane di intraprendere il mestiere dell’artigiano?
In un mondo dove tutto è cosi tecnologico e veloce, saper ancora creare qualcosa con le mani, usando la propria creatività, è sicuramente un traguardo personale e quindi sì, lo consiglio
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Grazie ancora per la bella intervista su Homify